Castel del Rio (BO) tra PS e sentieri selvaggi
Abbarbicata sulle rive del fiume Santerno, con lo splendido ponte degli Alidosi a far da cornice, Castel del Rio è una piccola ma vivace realtà enduro a cavallo tra Emilia Romagna e Toscana.
Ponte degli Alidosi XV sec.
Museo della Guerra inserito nella splendida cornice di Palazzo cinquecentesco degli Alidosi.
Durante la guerra fu la sede del Comando Tedesco
Castel del Rio è anche una località permeata di storia: quella recente che l'ha vista in prima linea nelle fasi finali della Seconda Guerra Mondiale. La Linea Gotica, lo sbarramento difensivo tedesco contrapposto all'avanzata degli angloamericani negli ultimi mesi del conflitto, ed i suoi lasciti sono oggi conservati in un bel museo storico che assieme al Ponte degli Alidosi costituiscono un pacchetto turistico extra giro da non lasciare intentato.
Un ultimo colpo di reni per arrivare alla cima ed intraprendere la discesa. All'inizio vi è una biforcazione e scegliamo la linea Wild, come indica il cartello. Tuttavia in questo primo tratto di selvaggio c'è ben poco: la svolta arriva circa a metà con un rock garden da brivido ed un fondo decisamente più rozzo.
La discesa si interrompe a Monte Fune (km 9) per proseguire subito dopo la chiesa con la DH di Castel del Rio. Aggirata una proprietà privata inizia una vorticosa discesa improntata sul gravity. Segue una una più blanda fase ravvivata solo da alcuni salti naturali, ma la parte decisamente più infuocata arriva nel finale con una lunghissima pietraia dove serve una certa capacità di controllo.
La piccola chiesa di Monte Fune
Gravity race
Si sbuca sull'asfalto della strada provinciale e s'inforcano i pedali per una salita inedita nella prima parte con rampe durissime soprattutto quando l'asfalto lascia il posto ad uno sterrato eroso dall'acqua. Nessun problema per le ebike, per chi ha la muscolare qualche minuto a spinta; in ogni caso il ricongiungimento sull'asfalto avviene rapidamente e c'è tutto il tempo per ammirare le rovine del Castello degli Alidosi (km 14).
Rivediamo Monte Fune ed il suo sparuto gruppo di case rurali, stavolta però si procede su una mulattiera ripidissima nei primi frangenti.
Lo sterrato prosegue seguendo la linea del crinale e dopo un km si arriva in corrispondenza di una stele che ricorda l'impegno militare di un ufficiale britannico qui deceduto nel corso dei combattimenti.
Dopo un mangia e bevi si arriva alla discesa vera e propria, probabilmente la più divertente di tutto il comprensorio. Si svolge in una tipica ambientazione romagnola con gradoni squadrati, curve spigolose e spazi aperti. Scenario che muta repentinamente quando il sentiero sprofonda nel ventre di un fitto bosco con enormi macigni ammantati di verde muschio ed un fattore umidità che schizza di colpo a livelli altissimi.
Il divertimento è stato supremo e l'appagamento visivo della cascata altrettanto superlativo: il conto da pagare (col sorriso sulle labbra) sono i 5 km di asfalto per tornare a Castel del Rio nell' impressionante vallata del Santerno.
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