Tignale (BS): superflow con vista sul Garda
Un'oasi di flow in un territorio, quello del Garda, notoriamente roccioso.
Collocato sulla sponda bresciana, a metà circa dell' imbuto che il lago forma nella parte alta, Tignale si trova abbarbicata su uno sperone roccioso spiovente e lungo diverse centinaia di metri. Arrivare fin lassù non è comodo ma alla fine il prezzo si paga volentieri in cambio di un giro originale nel suo genere.
L'itinerario si può dividere in tre sezioni: la prima discesa detta DH di Tignale, la seconda discesa sul CAI 255 e finale sul costone roccioso iper-panoramico del Monte Cas.
Partenza da Tignale, salita su nastro asfaltato da ripercorrere una volta e mezzo. Si solca una valle piuttosto angusta come visuale: stretta tra la dorsale del lago e gli alti crinali della dorsale bresciana. Sono in tutto 7 km che conducono al rifugio di Cima Piemp (1.170m): lo scenario è ora ribaltato da scorci maestosi che abbracciano la lunga dorsale in tutto il suo sviluppo longitudinale; ma è solo un preambolo a quello chi ci aspetta nel finale.
E' tempo di scendere: una scalinata insidiosa costituisce l'imbocco di questo sentiero che serpeggia verso sud est.
Ad eccezione di un paio di passaggi che richiedono doti acrobatiche fuori dal comune, il resto è ben affrontabile con tecnica enduro di base. Richiede attenzione il fondo: a volte la tenuta diventa precaria per un mix di sassi e terra fine.
Tagliamo la parte finale che inizia a diventare blanda e riprendiamo la strada asfaltata dimezzando il dislivello in risalita.
Nel complesso è stata una bella discesa anche se difetta in lunghezza (1,5km in tutto).
Si torna al piazzale del rifugio (km 12), stavolta cingiamo il monte Piemp dalla parte opposta (Nord Ovest). Dopo una breve discesa in falsopiano su sterrato si devia in salita sulla sinistra per raccordarsi al single track CAI 255 che scorre velocissimo parallelamente al lago.
Alcuni passaggi lasciano sedurre per i giochi di sponde e tagli di traiettoria. In ogni caso massima prudenza e controllo: fuori dal tracciato non ci sono intermediari per arrivare al lago.
Si sbuca su strada (km 19) e ci si prepara al finale mozzafiato: percorriamo in senso orario una salita estenuante, che solo gli elettrici e i grimpeur di una volta riusciranno a fare interamente in sella. Il tributo di sudore sarà abbondantemente ripagato da una delle visuali più favolose di tutto il Benaco.
Spuntano anche presenze storiche: ad inizio del secolo scorso per la vicinanza con l'allora confine austroungarico, il settore venne strutturato con opere difensive come bunker e torrette d'artiglieria ben visibili lungo il sentiero.
Finale con sentiero talvolta insidioso per la presenza di grossi sassi e qualche tratto approssimativamente tecnico prima di tornare sulla strada che in breve riporta a Tignale.
Partenza da Tignale, salita su nastro asfaltato da ripercorrere una volta e mezzo. Si solca una valle piuttosto angusta come visuale: stretta tra la dorsale del lago e gli alti crinali della dorsale bresciana. Sono in tutto 7 km che conducono al rifugio di Cima Piemp (1.170m): lo scenario è ora ribaltato da scorci maestosi che abbracciano la lunga dorsale in tutto il suo sviluppo longitudinale; ma è solo un preambolo a quello chi ci aspetta nel finale.
E' tempo di scendere: una scalinata insidiosa costituisce l'imbocco di questo sentiero che serpeggia verso sud est.
Ad eccezione di un paio di passaggi che richiedono doti acrobatiche fuori dal comune, il resto è ben affrontabile con tecnica enduro di base. Richiede attenzione il fondo: a volte la tenuta diventa precaria per un mix di sassi e terra fine.
Tagliamo la parte finale che inizia a diventare blanda e riprendiamo la strada asfaltata dimezzando il dislivello in risalita.
Nel complesso è stata una bella discesa anche se difetta in lunghezza (1,5km in tutto).
Si torna al piazzale del rifugio (km 12), stavolta cingiamo il monte Piemp dalla parte opposta (Nord Ovest). Dopo una breve discesa in falsopiano su sterrato si devia in salita sulla sinistra per raccordarsi al single track CAI 255 che scorre velocissimo parallelamente al lago.
Alcuni passaggi lasciano sedurre per i giochi di sponde e tagli di traiettoria. In ogni caso massima prudenza e controllo: fuori dal tracciato non ci sono intermediari per arrivare al lago.
Si sbuca su strada (km 19) e ci si prepara al finale mozzafiato: percorriamo in senso orario una salita estenuante, che solo gli elettrici e i grimpeur di una volta riusciranno a fare interamente in sella. Il tributo di sudore sarà abbondantemente ripagato da una delle visuali più favolose di tutto il Benaco.
Spuntano anche presenze storiche: ad inizio del secolo scorso per la vicinanza con l'allora confine austroungarico, il settore venne strutturato con opere difensive come bunker e torrette d'artiglieria ben visibili lungo il sentiero.
Finale con sentiero talvolta insidioso per la presenza di grossi sassi e qualche tratto approssimativamente tecnico prima di tornare sulla strada che in breve riporta a Tignale.
Ciao, dice che è fattibile in questo periodo ? (Fine gennaio) c'è possibilità di trovare neve sul percorso? grazie
RispondiEliminaCiao, lo abbiamo fatto domenica scorsa. Condizioni perfette!
RispondiEliminaFantastico, grazie !!
RispondiEliminaCome faccio per avere la traccia GPS? Grazie
RispondiEliminaDevi cliccare sulla mappa e poi da AllTrail la scarichi (se non sei già iscritto devi iscriverti, basta solo la mail)
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