Valbondione(BG): alle sorgenti del Serio in MTB
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Itinerario vecchio stile, intriso di romanticismo ambientale e fatiche epiche. La cornice è superba: quell'angolo di montagna bergamasca da cui sgorgano le acque del fiume Serio.
E' bene premettere che si tratta di un percorso selettivo: salite truci nella prima parte fino al Rifugio Curo', a cui si aggiunge un'ora di bici a spinta ed in spalla nello strappo finale.
La discesa conclusiva è molto suggestiva e richiede ottima tecnica per governare la bici sui tornanti stretti.
Partenza da Valbondione, ultimo avamposto della civiltà bergamasca prima nell'alta Valseriana. Questa piccola comunità montana ha visto la propria identità trasformarsi radicalmente con l'arrivo della diga. Era il 1931 quando l' Italia fascista era attraversata da una frenetica ricerca di energia da fonti autoctone e l'energia idroelettrica rispondeva al meglio a questa richiesta. Ottimo investimento dal punto di vista strategico ma con un paesaggio privato della propria bellezza: le cascate. Un compromesso in tal senso avvenne per la prima volta nel 1969 quando si decise di attuare occasionali aperture della diga per restituire questo spettacolo. Da allora, grazie ad un accordo con Enel esiste un programma di 5 aperture all'anno che hanno un indubbio successo di pubblico.
E' da Valbondione che parte subito una salita con pendenze molto dure e su un fondo naturale misto roccia e ghiaia decisamente uggioso.
Sono gli 8 km di passione che conducono al Rifugio Curo': il tutto è però lenito da panorami da favola con le creste rocciose che coronano la stretta e gorgogliante vallata.
La strada panoramica intorno al lago risulta piacevole e defaticante con deliziose cascate che si infrangono nel grosso specchio d'acqua turchese.
L'obiettivo sono ora i 2.130 metri in cui è situato il bacino naturale del lago Bargellino e gustare qualche prelibatezza nel rifugio per compensare il dispendio energetico. Di questi 4 km la parte più ardua è quella finale con qualche breve tratto da fare a piedi per le sconnessioni del fondo.
La discesa (piuttosto blanda tranne in un paio di punti tecnici all'inizio) è un ritorno sui propri passi fino al km 18 dove si devia sulla destra alla volta di Lizzola. Qui inizia la fase calvario: tratti a spinta e portage per quasi 200m di D+ con un ultimo pezzo finale quasi estenuante.
Ma una volta valicato il crinale tutte le fatiche verranno ripagate con un tesoro di discesa e con il privilegio di dominare con lo sguardo l'ampia e lussureggiante valle sottostante.
La parte alta presenta uno scenario bucolico di prateria d'alta montagna con un sentiero che scende a serpentina sulla conca della valle.
Al km 22, una malga segna lo spartiacque tra bosco e prateria: qui il sentiero si fà ancora più cattivo con passaggi su roccia al cardiopalma.
Si arriva a Lizzola dopo 2,5 km e non è finita: un veloce single track permette di evitare il melenso rientro su asfalto.
Oppure, sempre da Lizzola, si può adottare una variante più tecnica che è il Sentiero dei Carbonari: si imbocca girando a sinistra in direzione degli impianti e termina in corrispondenza del Camping. Attenzione ai tratti esposti ed è consigliabile informarsi sullo stato del sentiero spesso intasato da ramaglie.
E' da Valbondione che parte subito una salita con pendenze molto dure e su un fondo naturale misto roccia e ghiaia decisamente uggioso.
Sono gli 8 km di passione che conducono al Rifugio Curo': il tutto è però lenito da panorami da favola con le creste rocciose che coronano la stretta e gorgogliante vallata.
La strada panoramica intorno al lago risulta piacevole e defaticante con deliziose cascate che si infrangono nel grosso specchio d'acqua turchese.
L'obiettivo sono ora i 2.130 metri in cui è situato il bacino naturale del lago Bargellino e gustare qualche prelibatezza nel rifugio per compensare il dispendio energetico. Di questi 4 km la parte più ardua è quella finale con qualche breve tratto da fare a piedi per le sconnessioni del fondo.
La discesa (piuttosto blanda tranne in un paio di punti tecnici all'inizio) è un ritorno sui propri passi fino al km 18 dove si devia sulla destra alla volta di Lizzola. Qui inizia la fase calvario: tratti a spinta e portage per quasi 200m di D+ con un ultimo pezzo finale quasi estenuante.
Ma una volta valicato il crinale tutte le fatiche verranno ripagate con un tesoro di discesa e con il privilegio di dominare con lo sguardo l'ampia e lussureggiante valle sottostante.
Al km 22, una malga segna lo spartiacque tra bosco e prateria: qui il sentiero si fà ancora più cattivo con passaggi su roccia al cardiopalma.
Si arriva a Lizzola dopo 2,5 km e non è finita: un veloce single track permette di evitare il melenso rientro su asfalto.
Oppure, sempre da Lizzola, si può adottare una variante più tecnica che è il Sentiero dei Carbonari: si imbocca girando a sinistra in direzione degli impianti e termina in corrispondenza del Camping. Attenzione ai tratti esposti ed è consigliabile informarsi sullo stato del sentiero spesso intasato da ramaglie.
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