Valcamonica (BS): dalla valle alla cima del Piz Tri in MTB
Una cerniera di creste rocciose che spazia a 360° sui gruppi montuosi di Monte Rosa, Bernina, Ortles Cevedale, Adamello. Chiuso tra l'estremità settentrionale del Lago di Iseo e le vette del Passo del Tonale il Piz Tri è uno dei luoghi più suggestivi per ammirare la Val Camonica.
In questa poderosa cornice i 2.308 m del Piz Tri sono una delle vette più ambite per gli amanti delle scalate in mtb. L'imponente rete di mulattiere e sentieri permette di arrivare in vetta senza scendere di sella per chi ha un ottimo allenamento.
Le possibilità di salire e scendere sono svariate. In questa poroposta abbiamo scelto di partire da Edolo: una delle migliori combinazioni tra salite panoramiche e sentieri divertenti in discesa.
Salita lunghissima a spirale sul fianco orientale della montagna camuna. I primi 6 km sono scanditi da tornanti su asfalto immerso nell'ombra delle conifere; si registra qualche strappo ma nel complesso le pendenze sono magnanime.
Si devia a destra dopo una leggera discesa dal Passo del Faeto: si imbocca una forestale che appare subito ripida per poi scendere facendo perdere un centinaio di metri di dislivello. Intorno al km 11 inizia una serie di tratti impietosi alternati a momenti più rilassanti.
In località Fienili Vent si trova una fontana ed uno spiazzo panoramico dove è irresistibile la tentazione di un riposo. Le fatiche maggiori le abbiamo di fronte; si nota che anche gli alberi non osano inoltrarsi oltre questa fascia d'altitudine.
Al km 17 quando si vede l'anelata vetta stagliarsi nel cielo inizia il tratto più gravoso: non tanto per la pendenza quanto per il fondo decisamente rozzo. Radunando le ultime energie rimaste si cerca di rosicchiare terreno a questo ultimo chilometro da Purgatorio.
Le vetta, con il suo corollario di creste, ripaga con gli interessi il pesante di tributo di sudore e calorie: i profili montuosi delle Orobie e dell' Adamello cingono l'orizzonte come una corona ignea. Affascinante è anche quel sottofondo turchese che sembra velare le vaste pareti rocciose.
Ci aspetta una discesa favolosa, quasi tutta in single trail, che attraverserà tutti i livelli della montagna fin qui raggiunti: dalla prateria d'alta quota al bosco ombroso.
Il livello tecnico non è estremo ma servono ottime capacità di guida su fondo roccioso (fisso e smosso) e per manovrare tra tornanti stretti e rock garden.
Salita lunghissima a spirale sul fianco orientale della montagna camuna. I primi 6 km sono scanditi da tornanti su asfalto immerso nell'ombra delle conifere; si registra qualche strappo ma nel complesso le pendenze sono magnanime.
Si devia a destra dopo una leggera discesa dal Passo del Faeto: si imbocca una forestale che appare subito ripida per poi scendere facendo perdere un centinaio di metri di dislivello. Intorno al km 11 inizia una serie di tratti impietosi alternati a momenti più rilassanti.
In località Fienili Vent si trova una fontana ed uno spiazzo panoramico dove è irresistibile la tentazione di un riposo. Le fatiche maggiori le abbiamo di fronte; si nota che anche gli alberi non osano inoltrarsi oltre questa fascia d'altitudine.
Al km 17 quando si vede l'anelata vetta stagliarsi nel cielo inizia il tratto più gravoso: non tanto per la pendenza quanto per il fondo decisamente rozzo. Radunando le ultime energie rimaste si cerca di rosicchiare terreno a questo ultimo chilometro da Purgatorio.
Le vetta, con il suo corollario di creste, ripaga con gli interessi il pesante di tributo di sudore e calorie: i profili montuosi delle Orobie e dell' Adamello cingono l'orizzonte come una corona ignea. Affascinante è anche quel sottofondo turchese che sembra velare le vaste pareti rocciose.
Ci aspetta una discesa favolosa, quasi tutta in single trail, che attraverserà tutti i livelli della montagna fin qui raggiunti: dalla prateria d'alta quota al bosco ombroso.
Il livello tecnico non è estremo ma servono ottime capacità di guida su fondo roccioso (fisso e smosso) e per manovrare tra tornanti stretti e rock garden.
Il sentiero è il 195. Nella parte intermedia si incontrano le trincee e le postazioni della Grande Guerra, poi si taglia la strada comunale fatta all'andata. Lo si segue praticamente fino alla fine, abbandonandolo negli ultimissimi metri per terminare sul single track che sbuca all'altezza di un invaso.
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