Il fattore psicologico nelle salite MTB
Ma quale psicologia? Nella salita in MTB ci vogliono gambe!!! Sicuramente qualcuno avrà reagito in questo modo leggendo il titolo di questo articolo. Crediamo però di avere qualche buona ragione per ridimensionare certe credenze popolari.
Torniamo alla domanda iniziale, alla quale rispondiamo elencando una serie di aspetti legati più alla sfera mentale che a quella muscolare.
La concentrazione
Salire su un fondo sconnesso ed irregolare implica un livello di concentrazione molto più elevato rispetto ad un fondo omogeneo. Non basta mettere il pilota automatico e spingere, bisogna saper "leggere" il terreno e coordinarsi di conseguenza. Per superare una roccia può servire un colpo di reni, se c'è poco grip bisogna dosare la spinta per non far slittare la ruota posteriore, su un fondo viscoso si devono individuare le linee meno scivolose.
Insomma oltre a spingere sui pedali bisogna anche individuare una traiettoria ed avere una certa elasticità di movimenti.
La postura
E' un prerequisito essenziale per una buona salita: mettersi sui pedali con la giusta postura! Serve una posa da "leoni" e per questo è importante avere la predispozione d'animo giusta: lo sguardo dritto sulla traiettoria, spalle aperte e larghe per facilitare la respirazione, schiena dritta per per coordinare l'azione delle gambe con l'appoggio dei dorsali. Gomiti piegati e rivolti verso l'interno per non disperdere energia.
La forza di volontà
Difficile superare una salita se non si trova la giusta determinazione su ogni metro, anzi talvolta bisogna lottare centimetro per centimetro contro le asperità del terreno. A volte occorre uno sforzo interiore in più per entrare in simbiosi con la bici e continuare a far girare quelle ruote. Il segreto è quello di dosare lo sforzo per mantere la bici sempre in movimento anche a velocità minime ma mantenendo quell' inerzia che serve per affrontare il tratto successivo.
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