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Enduro Carnico sul Monte Dauda

Un itinerario che segna il nostro ritorno sulle Alpi Carniche in quell'area del Friuli dove si intravede il confine con l'Austria.
Un territorio aspro per certi aspetti, sontuoso per altri ma decisamente selvaggio e naturale sotto tutti i punti di vista.








Da una delle valli tributarie del fiume Tagliamento parte questo itinerario che prevede la conquista del Monte Dauda (1750m slm,) parente stretto dello Zoncolan.
Dalla località termale di Arta si parte costeggiando le sponde del torrente But su comoda ciclabile che si abbandona dopo una manciata di km per affrontare un breve tratto di provinciale dalla quale si devia verso l'abitato di Noiaris: il tutto nel giro di 4 km tutti su asfalto.
Con alle spalle gli ultimi caseggiati si inizia a salire su una forestale piuttosto impegnativa. Ci si trova immersi in un fitto bosco che non lascia intravedere alcuno scorcio di panorama, in compenso la flora ai margini della mulattiera è un'esplosione di forme, cromatismi e aromi variegati.


Felpa e maglietta... 

per sostenere enduro senza fretta




Dopo 12 km di ardua scalata si arriva alla Malga Dauda: su panchine spartane o semplicemente distesi sui prati si cerca di recuperare le energie e di gratificare la vista con i panorami che emergono in tutta la loro imponente bellezza.
La cosa più sbagliata, a questo punto, è illudersi che il più sia fatto e che tra qualche centinaio di metri ci si possa già bardare per la discesa. Superato un tratto in falsopiano molto gradevole, si arriva all'altezza di un bivio dove la cima del Dauda appare ora in tutta la sua grandezza... ancora da scalare. A parte qualche brevissimo tratto pedalabile l'ultimo km è cicloalpinismo puro.









Decidiamo di farci uno "sconto" e iniziamo a scendere poco prima di arrivare in cima non appena incrociamo il sentiero. 
La discesa è estremamente variegata ma con predominanza del flow: un bel pratone con passaggi vertical nella primissima parte, e poi sentieri nel bosco spesso all'interno di canaloni naturali decisamente suggestivi ed esaltanti per la guida acrobatica.
Più rocciosa invece la parte finale anche se non vi sono particolari difficoltà se non quella di controllare vigorosamente la bici.  








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