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Epica traversata delle Pale di San Martino: istruzioni per l’uso e traccia

Il tour delle Pale di San Martino in MTB è una delle più belle traversate dolomitiche. Attenzione però a non sottovalutare la portata di questo itinerario riservato ai biker navigati. Se avete deciso di metterlo in programma qui trovate una descrizione e suggerimenti pratici per godere al meglio questa avventura (traccia gps in fondo all’articolo).



Da una prima occhiata al grafico altimetrico potrà sembrare che la strada sia tutta in discesa, e che grazie alle funivie la fatica e tempi di percorrenza saranno alleggeriti. Chiunque abbia esperito questo percorso potrà confermarvi quanto sia illusoria questa prima impressione!

Pale di San Martino
Sul plateau dolomitico


Ancor prima di partire è indispensabile consultare i siti delle funivie: senza di esse il giro non sarebbe fattibile. La prima parte da San Martino di Castrozza e porta ai 2.700m del Rifugio Rosetta. In realtà si tratta di due cabinovie separate da un breve corridoio. Il sito da consultare per aperture, orari e tariffe è http://www.sanmartino.com/IT/impianti/
Per due validissimi motivi consiglio di prendere la prima corsa delle 8:00 per avere il sentiero libero, ma soprattutto tanto tempo a disposizione per quest' avventura che richiede almeno 8-9 ore.
Si arriva diretti sul sentiero che percorre uno dei plateau dolomitici tra più belli di questo territorio che è considerato dall’ Unesco un Patrimonio dell’ Umanità.




Assicuratevi di avere nello zaino tutto l’indispensabile per riparazioni meccaniche ed una buona scorta di zuccheri e sali minerali: la discesa è lunga e faticosa, le salite prevedono anche tratti con bici in spalla. Non meno importante è avere con sé un vestiario vario e completo: il clima non è certo dei più stabili e l’arrivo di una nuvola può significare il crollo delle  temperature.
Quanto all’assetto tecnico consiglio gomme nuove (o almeno in buono stato) ed abbastanza gonfie per evitare che le scaglie di roccia provochino stallonature del cerchio, tagli, rotture di camera d’aria.
Quanto a sospensioni è sicuramente più indicata la full, specialmente nella parte alta.

Le protezioni sono vivamente consigliate, soprattutto in ragione dell’isolamento del luogo.
Fatte queste premesse, passo ad una descrizione di questo lungo e variegato percorso. Usciti dalla cabinovia si ha l’impressione di aver compiuto un allunaggio: una distesa marmorea e lattiginosa si estende a perdita d’occhio sormontando tutto il mondo sub-dolomitico. Le nuvole che da basso sembravano alte e dense, qui appaiono come vapori sprigionati dalla terra. Se il sole scalda l’aria il clima è gradevole e secco. Il primo tratto fino al rifugio Rosetta sarebbe vietato alle bici per non intralciare la via ai camminatori.

Sentiero CAi 756
Seguendo il sentiero CAI 756


Il sentiero è decisamente roccioso con un alternarsi di roccia fissa e smossa e qualche passaggio tecnico non indifferente.
I primi 8 km si svolgono sul Plateau, con torrioni rocciosi che svettano sulle piccole vallette ancora intrise di neve e con una sparuta vegetazione che spunta dalle rocce. Il panorama e la tipologia di percorso cambiano diametralmente in corrispondenza del Passo  Antermarucol a 2.300 m: da qui si aprono panorami sbalorditivi e si viene sopraffatti dall’ impatto con il panorama dolomitico circostante. Sotto le ruote comincia a scorrere terra con qualche chiazza di fango per l’umidità residua.



Passo Antermarucol
Sentiero flow dopo il Passo Antermarucol



Scendendo sembra di percorrere la scala evolutiva della vita vegetale: dai muschi e licheni si arriva presto ad una fitta radura di pini che con le loro radici contribuiscono ad elevare il già alto livello tecnico del sentiero.
Tra le chiome dei larici si inizia ad intravedere qualche segno di presenza della civiltà: è l’abitato di Gares che dà il nome all’omonima valle. Si passa per Canale d’Agordo e Falcade dove si possono trovare piccoli negozi.
In corrispondenza del Camping si trova la funivia che porta a Le Buse, per i più ardimentosi non manca l’alternativa stradale (600m di dislivello, in pieno sole!).


Piccoli laghetti


Passaggio con La Civetta sullo sfondo



Si continua su strada fino a Passo di Valles e da qui in corrispondenza di una malga si sale con bici in spalla verso la Val Venegia (in teoria il sentiero sarebbe vietato alle bici). Dopo una mezz’ora abbondante di portage si arriva in cima tra fragorose campane agitate dalle mucche. Lo scenario è fatto di prati verdi ed una valle (Val Venegia) che scorre ai piedi delle Pale di San Martino.
Passo Venegia

Una lunga discesa su single track divertente ed a tratti tortuoso conduce sulla strada ghiaiata che risale verso Baita Segantini. Da qui si può arrivare a San Martino di Castrozza quasi interamente in fuori strada su sentieri paralleli alla strada principale.

Val Venegia




Le Pale





Commenti

  1. Fatto lo scorso anno ma con partenza da Taibon Agordino. Peccato che non ho fatto il sentiero sopra passo Valles, ma ho optato per l'intera Val Venezia, dato il divieto per le bici. La discesa fino a Taibon.....infinita!!
    Guarda il mio giro su Strava: https://www.strava.com/activities/361255589/shareable_images/map_based?hl=it-IT&v=1438758580

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    1. Interessante anche il tuo giro, potrebbe essere una scusa per tornarci

      Elimina
  2. Ciao, dove posso trovare la traccia non la vedo? grazie

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    Risposte
    1. Ciao, scusa ma si è verificato un problema temporaneo con i server, dovresti riprovare più tardi :-)

      Elimina
  3. Fatto il 24 giugno giro molto simile
    Guarda la mia attività su Strava: https://strava.app.link/RL1tJbsaS4

    RispondiElimina

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