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Colle della Maddalena: a tutto enduro sopra Torino

Se vi capita di passare sotto la Mole non dimenticate di portare con voi la vostra amata bike. Torino è sì una metropoli caotica e caliginosa ma è coronata da una serie di verdi rilievi dove è avventurarsi è un grande piacere.

La chiamano la montagna di Torino, in realtà si tratta della concatenazione di cime collinari lambite dalle acque del Po, che qui si presenta come un fiume di modeste dimensioni: almeno per chi è abituato a vederlo nei regimi d'acqua padani.


Salita con vista panoramica sul quartiere Lingotto dove sorse uno degli stabilimenti storici della FIAT
Il rilievo scelto in questo itinerario (vi promettiamo che andremo a scoprirne degli altri perché l'esperienza è stata entusiasmante) è il più elevato del gruppo: il Colle (o Bric) della Maddalena che sfonda di poco il tetto dei 700mt. A legare questo rilievo con la città è la colossale figura femminile raffigurante la Vittoria Alata. Imponente estetizzazione della vittoria nella Grande Guerra, commissionata  nei primi anni '20 da Giovanni Agnelli, patron e fondatore della FIAT. Per i torinesi è il Faro della Vittoria (o faro della Maddalena): le mani bronzee della dea impugnano una lanterna che col calare del buio punta un fascio luminoso sulla brulicante città. Ai suoi piedi l'immancabile epigrafe dannunziana. 


Faro della Vittoria

Opera dello scultore Edoardo Rubino, realizzata in bronzo a partire dal 1928. E' la statua più alta del capoluogo piemontese con i suoi 18,5 mt



Veniamo all' itinerario.
Il primo consiglio è quello di non prenderlo sottogamba: può sembrare una gita fuori porta ma non è così. La fatica, il livello tecnico e le capacità di orientamento richiedono esperienza e capacità di adattamento. Un casco integrale e le protezioni non saranno sprecate, e non sarete gli unici a girare così bardati.

Dalle rive del Po alla Maddalena per 4 (e mezzo) entusiasmanti discese.

Parcheggiando a ridosso di una struttura sportiva sulla sponda sinistra del grande fiume, si inizia a salire attraversando due parchi urbani collinari: il Leopardi ed il San Vito. Dopo 4 km con alle spalle la Chiesa di San Vito in muratura, continuiamo verso la cima sovrastata dalla Vittoria Alata: un breve passaggio su asfalto subito seguito dall'entrata nelle strade sterrate del parco.
La vetta è raggiunta al km 9 al termine di un tortuoso sentiero che si avvinghia alle pendici della Maddalena. Da notare, lungo il percorso, le targhe color argento dedicate ai caduti della Grande Guerra. 

Il Toro Verde, caratteristiche fontane torinesi

Targa in omaggio a un caduto della Grande Guerra

Non preoccupatevi dei vari cartelli di divieto alle bici che incontrerete: la convivenza promiscua tra ciclisti e pedoni è ormai norma consuetudinaria.

Dalla statua prendiamo il primo sentiero che si trova in direzione nord: è segnalato come sentiero per esperti dedicato alle mtb. E' molto breve, praticamente un riscaldamento ma vale la pena provarlo perchè molto divertente come guida flow. 


Torino MTB


Si ritorna in breve alla Maddalena e salendo verso una chiesetta bianca su strada cementata incontriamo una sorta di Trail Center con una ramificazione di sentieri che scendono a Sud Est. Prendiamo quello più a sinistra che si rivela un sentiero roccioso con passaggi burberi ma nel complesso piacevole. 




Km 16 dopo una risalita tra sterrato e asfalto siamo di nuovo in prossimità della chiesetta bianca, stavolta però si devia sulla destra all'altezza di un grosso tronco ricoperto di scritte ad ampostil. Inizia ora la più lunga, completa ed avvincente delle discese. La prima metà è frutto di un ottimo trail building con tratti anche impegnativi ed esaltanti per la guida, chi vuole può sbizzarrirsi anche con rampe, sponde e panettoni. Non manca nemmeno qualche buon rock garden. 




La seconda tranche è invece all'insegna del natural: un sentiero stretto e sinuoso che si insinua tra le sponde di un vecchio canale che protegge anche da alcuni alberi caduti facilmente superabili in sella. 





Discesa che termina intorno al km 18,5; un tratto in saliscendi tra bosco e campagna conduce alla volta di Revigliasco, e da qui si imbocca la SP 126. La percorriamo in salita per 2,5 km per imboccare il sentiero 10. Sembra una veloce via di ricongiungimento con la pianura in realtà si rivela un single track piuttosto lento, improntato al flow, con continui rilanci, tratti tecnici e risalite. Il tutto in una ambientazione sorprendentemente selvaggia per  zone così antropizzate.

Al termine del sentiero siamo al km 25, non facciamoci mancare un'ultima e avventurosa discesa con il sentiero 11-12. Dopo160 mt di dislivello in risalita si ritorna a lambire i confini del parco della Maddalena: il nostro sentiero è di un bellissimo flow, molto simile al precedente e tendenzialmente viscido per la fitta vegetazione.
Ricongiungimento con il parcheggio che si risolve rapidamente in qualche curva su asfalto. L'impressione è che lascia questa collina è di essere piccola ma completa, decisamente varia ed appagante per gli spiriti eclettici. Ideale come meta per la bassa stagione. 





Commenti

  1. Più che altro lo usiamo molto dopo le piogge perché drena abbastanza e nei mesi invernali. ( con la neve è un divertimento unico)

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