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In MTB al cospetto dello Sciliar

Sciliar in MTB, Dolomiti MTB, Rifugio Bolzano, Alpe di Tires in MTB

Davanti  agli imponenti profili stagliati delle Dolomiti è facile rimane sopraffatti, come se ci si trovasse davanti a delle divinità. Nell’ affrontare un’escursione in MTB al cospetto dello Sciliar si prova un certo timore reverenziale: vuoi per il fascino mistico dei giganti di dolomia, vuoi per l’ alto livello di impegno escursionistico.  


Lo Sciliar in lontananza dall' Alpe di Siusi

Come molti già sapranno il “Giro dello Sciliar” è soggetto ad interpretazioni diverse, soprattutto nell’ individuazione del punto di partenza. Il percorso qui proposto parte da Ortisei, nel cuore della Val Gardena e permette di aggiungere una discesa tecnica di tutto rispetto, utilizzando 2 impianti di risalita.
Partenza dalla stazione della Cabinovia Ortisei-Alpe di Siusi a poche centinaia di metri dal centro del paese; per gli orari consultare il sito ufficiale seiseralm.it

Verso Passo Duron


Si approda tra verdi pascoli dall’ aria frizzante; l’orizzonte è coronato da un estendersi a perdita d’occhio di creste dolomitiche. Si avanza in saliscendi tra dolci stradine di campagna fino ad arrivare all’ interminabile mulattiera che attraversa l’ Alpe di Siusi, passando ai piedi dell’ Alpe di Tires, della Cima di Terrarossa. Dal Rifugio Alpe di Tires inizia una breve ed ondulata discesa dai contorni spettacolari. Questo tratto rilassa muscoli e nervi prima del tratto uggioso che impone un bici in spalla per almeno 20 min.


In Salita verso l' Alpe di Tires


Imponenti gole verso cima Vajolet

Si torna sui pascoli in dimensione altopiano

pub La fine di questo tormentato passaggio è segnata da un cancelletto per il bestiame: appaiono un’ ampia distesa di erba e roccia con animali al pascolo ed il profilo del Rifugio Bolzano, raggiungibile con uno strappetto in più.
Giunti a 2.550 mt slm si inizia a sentire atmosfera di discesa: la sommità più alta raggiungibile in bici è stata conquistata e si intravede la linea del sentiero scorrere vorticosa verso gole rocciose e strette.
Un brevissimo tratto di flow nei campi lascia subito spazio ad un serpeggiante sentiero con spuntoni di roccia che impongono una guida fluida e reattiva.
Il passaggio più caratterizzante è senza dubbio la “Prugelsteig”: il sentiero diventa una passerella di legno che si insinua in un angusto passaggio tra pareti di roccia e si contende lo spazio con un fragoroso ruscello.

Prugelsteig, le passerelle di legno


La gola di roccia con ruscello a fianco

Si tratta di strutture molto grezze, una serie di assi di legno (tutt’altro che in bolla) posate dai pastori per l’ alpeggio del bestiame.
La discesa continua contando una serie infinita di traversine in legno lungo il sentiero ed un fondo sempre più sassoso fino ad arrivare ai laghetti di Fiè dove tramite sentiero si prende la funivia.
Non è finita: si torna ad Ortisei su un sentiero spiccatamente tecnico con brevi passaggi da fare a piedi anche in discesa, ma nel complesso ne vale assolutamente la pena.
In conclusione: da evitare nel modo più categorico i periodi piovosi o anche solo le giornate a rischio pioggia; le passerelle in legno bagnato si trasformerebbero in piste da Bob.
Raccomandabile anche tenere una pressione piuttosto alta alle gomme in ragione del rischio stallonature.
Consigli per gli acquisti: partire presto per evitare l’affollamento degli escursionisti, e per non correre il rischio di trovare la funivia chiusa (l’ ultima corsa è alle 18:00).



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