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La vorticosa discesa dell' Altopiano di Cauria (BZ) e i sentieri di Dürer

Un connubio tra spettacoli naturali, discese elettrizzanti ed un tocco di cultura artistica che non guasta. Siamo a Laghetti (Laag) in una zona solcata secoli addietro dal celebre pittore ed incisore rinascimentale tedesco Albrecht Dürer nel percorso che lo ha portato da Salorno a Cembra attraversando le due attuali province di Trento e Bolzano.





Normale che un luogo scrigno di tanta bellezza naturale ispiri un aritsta: l'altopiano di Cauria è uno spettacolo di solenni pareti rocciose e boschi di larici secolari dove il tempo scorre accompagnato dal fragore dei ruscelli e dai rintocchi di chi lavora la terra ed il legname.




Partendo da Laghetti con possibilità di parcheggio pubblico in centro o dai campi di tennis, si sale seguendo una strada comunale asfaltata per 2km. Superato l'ultimo caseggiato segue un tratto durissimo dapprima in ciottolato, poi su ghiaia con pendenze alle limite della pedalabilità. In compenso un anfiteatro di cascate e ruscelli lenisce le fatiche.


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Al km 3,5 si torna su asfalto: dapprima su strada vicinale poi su quello della SP 129 che serpeggiando tra i boschi conduce fino a Cauria in 7km di salita regolare senza strappi.

pubDa qui, seguendo l'anello piccolo della traccia si può salire al Monte Prato del Re: è un tratto aggiunto per puro piacere panoramico ed entrare nel cuore verde del Parco Naturale del Monte Corno oltre che regalare alla vista le vette del Lagorai e del Latemar. Discese tecnicamente blande tranne in qualche breve passaggio dove il sentiero scorre letteralmente nel letto sassoso di un ruscello.




Si torna a Cauria, per aspettare l'inizio della discesa vera e proprio bisogna pazientare ancora un po': la mulattiera diventa presto un sentiero che si stringe nell'angusta vallata del rio dell'Anguilla, scorrendo a fil di parete con una esposizione da non sottovalutare.





La parte più elettrizzante per gli amanti della discesa inizia con una netta svolta a destra, in una cupa e stretta valle. Un vortice di tornanti pazzesco con pendenze accentuate ed un fondo da interpretare tra sassi smossi e humus viscoso. Tutto questo in una cornice di pareti rocciose degne di un inferno dantesco. 





Il tratto tecnico continua fino all'incrocio con la forestale, anche se l'ultimo frangente presenta un carattere più flow ed addolcito nelle pendenze.

Sembra ormai finita ma in realtà una serie diabolica di risalite e rilanci renderà quest'ultima parte lunga e faticosa oltre che tecnicamente degna di nota in alcuni punti: è appunto la Duererweg (sentiero 8) che riporta in luce il cammino dell'artista e che ci aveva accompagnato anche nella parte iniziale. Più prosaicamente è anche il percorso che segue la linea dell'elettrodotto e che devia con noi all'altezza di Laghetti per concludere l'anello.



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