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In Val di Pejo lungo le strade delle miniere perdute

Questo itinerario percorre le strade che un tempo servivano alla ricerca di un tesoro nascosto: il ferro. La sponda destra della Val di Pejo ne è particolarmente ricca: sin dall'antichità il suo ventre è stato scandagliato da tunnel minerari. Da autentica e fondamentale risorsa quale era durante il medioevo fu esaltata dalla propaganda autarchica fascista, ma si è dovuta eclissare nei primi decenni del dopoguerra in ragione del basso rendimento economico. 




All'osservatore contemporaneo tutto questo si presenta come un mondo perduto dove le memorie affiorano qua e là tra toponimi inequivocabili come "Fucine" ed edifici diroccati o ricostruiti. Nell'elenco delle testimonianze aggiungerei anche le impressioni stampate sulle pupille degli anziani del posto che ricordano ancora le teleferiche che trasportavano il materiale o l'andirivieni delle maestranze che si spostavano a bordo di una potente jeep.




L'itinerario si snoda in più punti: la ciclabile che affianca le scroscianti acque del torrente Noce, la salita in gran parte sterrata che conduce alla Malga Comasina ed infine l'adrenalinica discesa nell'angusta val Comasina.



Partenza da Ossana o Fucine (cambia poco) ai piedi del maestoso gruppo dell'Ortles Cevedale. Si segue l'asfalto della ciclabile che lambisce il torrente Noce fino ad arrivare dopo circa 5 km tra le atmosfere novecentesche intatte dell'abitato di Comasine da cui si dipana la salita vera e propria.







Dopo circa 1km incontriamo lo sterrato: una serpentina che volteggia sul fianco della montagna contornata da secolari larici. Per chi avesse tempo è possibile effettuare una deviazione all'indirizzo delle miniere: ben segnalate e visibili sulla mappa digitale.
Intorno all' 11 km si giunge nella fascia alta, oltre il tetto dei 2.000 m. slm. con vista spettacolare ed una vegetazione più rada.
Dopo 1 km si percorre la cresta in falsopiano e subito dopo in leggera discesa sempre su fondo carrozzabile.






Alle nostre velleità discesistiche non resta molto da aspettare: intorno al km 13, lasciando la malga poco sopra le nostre teste, inizia uno di quei single track che solo l'alta montagna può offrire con tutte le sue suggestioni di ampi prati verdi, gole rocciose e ruscelli dalle argentee cascate. 






Alcuni passaggi sono decisamente spettacolari e riuscire a chiudere quei tornanti in mezzo agli stretti passaggi contesi tra rocce e acqua rende euforici. Vi sono anche alcuni brevi passaggi da fare a piedi, ma parliamo veramente di pochi metri in tutto se si possiede una buona tecnica.
Ultimo tratto sempre su single track che parte all'altezza di un caseggiato abbandonato: tratto che risulta avventuroso per la presenza di fitto sottobosco e un costante fondo bagnato.
Completiamo il ritorno ripercorrendo la ciclabile sotto Comasine. 







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