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Sentieri della memoria in MTB tra Sant'Anna di Stazzema e Mte Folgorito

Sant'Anna, una piccola frazione di Stazzema (LU) collocata sulle prime colline che dal litorale toscano si inerpicano fino agli argentei crinali delle Alpi Apuane
Si presenta come un comune contesto di paese appenninico: una costellazione di case sparse interrotta da qualche piccolo agglomerato. L'atmosfera è ancora quella contadina, dei sapori antichi della terra e dei focolari domestici. 
Non è da questo quadro bucolico che ci si aspetterebbe un'improvvisa fuoriuscita dell' inferno sulla terra. 
C'era la guerra quell'agosto del 1944, in Versilia infuriavano i combattimenti: le forze aeronavali angloamericane attaccavano ponti e ferrovie, i tedeschi si difendevano come potevano con la contraerea. Molti civili avevano abbandonato la pianura per scelta o perchè evacuati e si erano rifugiati su queste colline. Sant'Anna ospitava molte più persone di quante ne avesse mai avute in tutta la sua storia. 






Era considerata zona bianca, ovvero esclusa dalle azioni di guerra. C'erano stati degli scontri con i partigiani nei mesi precedenti, ma come del resto avveniva in tutte le zone dell' appennino tosco emiliano. Tutto sommato la convivenza con i tedeschi non era stata nemmeno tanto problematica: solo qualche reclutamento forzoso per i lavori alle opere difensive ma nulla di più.
Quel 12 Agosto il mattino fu segnato dall' apparizione degli inquietanti distintivi delle Waffen SS. Alla loro vista gli uomini fuggirono nei boschi per non essere arruolati nella forza lavoro, le donne i bambini e gli anziani furono lasciati in paese: tanta era la convinzione che nessuno si sarebbe accanito su di loro.
Nessuno immaginava cosa sarebbe scaturito di lì a poco. La mattanza fu rapida come un ciclone, e fu eseguita con fredda metodica. Si trattava di truppe addestrate per questo genere di lavori sporchi: operazioni così spietate che un soldato d'ordinanza troverebbe difficile da eseguire.   
Oltre 560 vite furono falciate da questa macabra mietitrice di morte. Dopo che le mitragliatrici avevano finito di tamburellare venne il momento del fuoco: come una sorta di rituale purificatorio. La strage più efferata avvenne davanti alla Chiesa di Sant'Anna dove le vittime non si contavano più. 









L' itinerario qui proposto è un viaggio tra le mura e le valli dove si sono versati i pianti per questo martirio che appare assurdo anche nell'efferato contesto della guerra. 


In realtà si tratta di due percorsi da mezza giornata: il primo diretto su Sant' Anna, il secondo (più breve) si svolge alle pendici del Monte Folgorito ed è decisamente più tecnico in discesa.
Da Pietrasanta si sale sulla strada provinciale costruita nel dopoguerra per collegare il litorale con Sant'Anna: la strada finisce proprio in prossimità della Chiesa teatro degli episodi riportati. Numerosi cippi commemorativi ricordano i punti dove vennero ammassati i corpi dei morti e dei moribondi per essere dati alle fiamme. Per terra sono stati posti alcuni segnali che a guardarli compiono un circolo: era il luogo dove i bambini del paese erano soliti fare il girotondo.
Volendo si può prosegue fuori traccia in direzione dell' Ossario: è il monumento celebrativo più imponente, raccoglie le salme rese irriconoscibili dal rogo davanti alla Chiesa. 
I ricordi dell'attività mineraria sono un'altra costante storica in questo percorso. 






Dopo la visita al monumento si continua a salire su sterrato ma dal km 13 inizia un tratto difficilmente pedalabile in salita: sono circa 100m lineari di bici spinta.
Le prime fasi della discesa sono abbastanza impegnative nonché divertenti ma dopo neanche 2 km si scende su uno sterrato abbastanza mediocre.
A Capriglia ritroviamo un breve slancio enduristico prima di tornare a scendere purtroppo su strada asfaltata.
Rimane ancora un certo languore discesistico che verrà abbondantemente appagato in questa seconda fase intorno al Monte Folgorito. La salita si svolge per 2/3 su asfalto e per 1/3 su panoramico sterrato, le pendenze non sono mai proibitive e la fatica del giro precedente si sopporta senza patimenti.
La discesa, siamo ormai al km 30, si mostra subito ardimentosa sin dal suo ingresso che troviamo sul lato destro in una curva a gomito della mulattiera. 





Serve veramente gran destrezza per danzare sui rock garden e per controllare la bici nelle curve strette e nei numerosi tratti gravity.
Finale vorticoso su una sequenza di tornanti da capogiro, e ritorno a Pietrasanta sul breve tratto di ricongiungimento che passa anche per l'argine del fiume Versilia. 

  
Postazioni della Linea Gotica

Questo itinerario fa parte della raccolta
"7 itinerari sul Litorale Toscano"
Scopri di più cliccando qui 

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