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La bicicletta ci salverà...anche quella da enduro

Ogni tanto ci piace fare qualche riflessione sulla MTB in tutti i suoi orizzonti e sfumature, oltre la mera tecnica. Non è una occasione da sottovalutare: purtroppo con il correre frenetico dell'evoluzione tecnologica si corre il rischio di restringere il campo alle sole considerazioni "specialistiche". Noi però non vogliamo perdere di vista il valore originario dell'andare in bici: l'armonia con la natura, la curiosità per il territorio, l'equilibrio con sè stessi, rigenerare spirito e corpo.




La bici andrebbe vissuta a 360° come valore e non come sfogo del fine settimana. Che valore può avere buttarsi a capofitto lungo le discese solo per vedersi sul podio virtuale di una applicazione ?  

La bicicletta ci salverà, è il titolo di una bella puntata del programma "Presa Diretta" da cui prendiamo spunto per allargarci su argomenti che toccano il nostro modo di andare in bici: quello degli appassionati di Enduro/All Mountain. 





L'ondata di pregiudizi ci investe non appena indossiamo gomitiere, ginocchiere e casco integrale. Una vestizione che per noi rappresenta sicurezza, per altri rievoca l'immagine dei barbari assalitori e distruttori di sentieri, potenziali sterminatori di famiglie con bambini a passeggio. Nella mentalità comune siamo spesso dipinti come esaltati, drogati di adrenalina e turbatori della naturale quiete. Dove passiamo noi non cresce più l'erba, le specie protette smettono di riprodursi ed il dissesto idrogeologico è solo una delle tante calamità di cui saremmo responsabili.






Che esista anche un modo sbagliato di andare in bici è senza dubbio vero, ma si può affermare con altrettanta certezza che il modo corretto di andare in MTB ha ricadute positive per la colletività intera, e vuoi per fortuna vuoi per un diffuso senso di civiltà è anche l'atteggiamento adottato dalla maggior parte degli appassionati.






Forse non ci riflettiamo abbastanza ma è anche grazie alla Mountain Bike se il nostro straordinario patrimonio naturale boschivo non giace nell'abbandono. Non parliamo solo di piste forestali o di strade bianche, ma della sterminata rete di sentieri che si diramano nel verde delle nostre montagne. Dietro a questo lavoro certosino di creazione e manutenzione ci sono degli appassionati locali che dedicano il proprio tempo senza chiedere il conto a nessuno. Eppure questa attività produce un richiamo per altri appassionati di altri luoghi che avranno l'occasione di scoprire un territorio e conseguentemente genereranno indotto per l'economia locale.  




La bici ci salverà perchè è una forma di mobilità non inquinante e coniugata all' attività fisica. Ma la bici da enduro potrebbe anche darci qualcosa in più: la capacità di controllare il corpo, dominare gli equilibri, entrare nelle traiettorie. Non sono aspetti secondari, ma elementi di una vera e propria filosofia, non diversa da quella applicabile in altre discipline che richiedono autocontrollo, come le arti marziali per esempio.
La bici ci salverà... se amministratori e organi competenti trasformeranno questa invocazione in progetti concreti. 
Esistono già bellissimi progetti per realizzare la mobilità dolce in città, ma non vorremmo che ci si dimenticasse degli amanti dell' off road, come se fossimo elementi avulsi al quadro della sostenibilità.
Cosa serve? Evitare politiche ottuse come quelle dei divieti sarebbe già un buon inizio. Non solo, la sempre più elevata frequentazione dei percorsi esige una regolamentazione  improntata sui valori della convivenza e condivisione: valori che i veri biker sentono come innati. 






Serve anche mettere in programma piani di sviluppo territoriale non solo legati al cicloturismo ma anche ad altre forme. Oggi prevale l'idea che chi scende da sentieri tecnici lo faccia per sport e debba essere tenuto lontano da contesti storico naturalistici: il comprensorio del Garda o i divieti in Trentino sono esempi di questa ottusa mentalità che deve assolutamente cambiare.
Non deve infine mancare l'aspetto educativo: l'enduro è una attività che richiede concentrazione, rispetto per gli altri e norme di sicurezza. Sono valori che si trasmettono con l'esempio e con l'esperienza ed andrebbero indirizzati soprattutto verso i più giovani: per tutto questo servono spazi di aggregazione ed occasioni di incontro di cui gli enti pubblici dovrebbero farsi promotori. 


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