Tubeless o camera d’aria?
La domanda è retorica ed anche un po' oziosa: davanti a questo bivio non esiste una direzione inconfutabilmente giusta, ma è utile conoscere pro e contro per una scelta consapevole.
Scegliere tra Camera d'aria e Tubeless non significa che un sistema escluda l'altro, nè tantomeno che il primo rappresenti il vecchio e l'altro il nuovo.
Come per altri dilemmi da biker la scelta deve essere ponderata su fattori che sono anche soggettivi come la praticità nell'uso /manutenzione, e lo stile di guida.
Vediamo un' analisi dettagliata dei pro e contro di entrambe le tipologie.
Camera d'aria
Nella preistoria della bici la camera d'aria è l'invenzione che ha permesso di avere ruote pneumatiche: in altre parole hanno permesso di dire addio alle ruote di legno e gomma piena.
Il cerchio che ospita la camera d'aria deve essere perfettamente foderato con l'apposito nastro gommato, in sostituzione di questo va benissimo anche un buon nastro isolante: l'importante è che le testine dei raggi non collidano la camera d'aria.
Prima di comprare una camera d'aria assicuratevi che sia compatibile con le dimensioni del cerchio e del copertone. Altrettanto dicasi per la valvola: per la mtb ne esistono di due categorie che sono la PRESTA e la SCHRADER. La prima piccola e sottile, la seconda più larga. Se il foro per la valvola è troppo stretto per ospitare la seconda, è allora necessario allargarlo con una puntina di trapano (ma solo se il cerchio è in alluminio, beninteso!).
PRO:
- praticità e facilità nella sostituzione
- semplice da riparare
- in caso di foratura la perdita di pressione avviene gradualmente
CONTRO:
- necessità di gonfiare a pressioni più alte rispetto al tubeless
- rischio pizzicature
- rotolamento meno scorrevole
Tubeless
L'arrivo del tubeless nel ciclismo è relativamente recente, i primi modelli sono apparsi nel 1999 per merito di MAVIC, MICHELIN ed HUTCHINSON che depositarono il primo brevetto.
Non tutti i cerchi sono adatti a supportare il tubless, quelli idonei si dividono in due categorie: convertibili (tramite apposito kit comprensivo di flappettino) o nativi (già pronti all'uso tubeless).
Anche la gomma deve avere un "profilo tubeless" che possa garantire la perfetta aderenza con il cerchio e garantire una sigillatura totale: anche qui si distingue tra tubeless ready (necessitano di valvola integrata e lattice per sigillare il tutto) ed il tubeless nativo già impermeabilizzato.
PRO:
- Migliore rotazione della ruota
- Possibilità di tenere pressioni più basse
- Autoriparante nelle piccole forature
- Maggiore deformabilità della gomma
CONTRO:
- E' vero che per forza di cose si evitano le pizzicature ma è tuttavia possibile la stallonatura del cerchio
- In caso di grosse forature l'aria esce tutta d'un colpo
- La manutenzione può richiedere più tempo ed impiego di materiale
- Il lattice a lungo andare può conglomerarsi e rendere instabile la gomma
- Montaggio più complicato: talvolta la gomma non esce nel modo corretto neanche con le alte pressioni, ed anche l'inserimento della gomma richiede sforzi memorabili.
Entrambe le soluzioni hanno i loro pregi e difetti di natura tecnica, a questo si associano fattori soggettivi che alla fine determinano la propensione per l'una o l'altra scelta. In ogni caso nulla vieta che si possano scegliere soluzioni promiscue: per esempio una gomma latticizzata con camera d'aria scongiura il rischio di rimanere a piedi durante la gita.
Concludiamo sfatando un falso mito: quello delle forature. Si dice che con il tubeless non si fora mai: invece non solo può forare ma è altrettanto vero che il rischio forature è scongiurato più dalla qualità del copertone che dal sistema pneumatico. Pertanto se volete che la gomma a terra resti un ricordo affidatevi ad una gomma valida.
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