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In MTB sulla cresta del Monte Argentario

Monte Argentario in MTB ovvero come andare su un'isola senza dover staccare il biglietto per la nave. Lo si deve ai tomboli: due lembi di terra a forma di arco creati dall'azione del vento e dell'acqua. Una zona aspra ed incontaminata: l'ideale per chi ama sfrecciare nei boschi all'ombra della macchia mediterranea.  







Siamo nell'estremità meridionale della maremma grossetana, a due passi dal Lazio. Si nota subito: territorio non è di quelli facilmente assoggettabili alla tradizionale agricoltura, e l'unica attività di un certo interesse è stata quella mineraria. Di argento ? No, il toponimo inganna: come in tutta la zona dell'arcipelago toscano il materiale ricercato era il ferro. Per quasi un secolo (dal 1870 fino alla metà degli anni '50) la terra rossa è stata fatta sgorgare dal ventre della collina; una paio di vistose torrette di cemento sono quanto rimane degli impianti. 

A rendere questo itinerario ancora più straordinario sono le sbalorditive panoramiche di cui si può godere dalla cresta del Monte Telegrafo, che con i suoi 635 m costituisce l'acme del promontorio.




A questa premessa aggiungiamo una serie di discese veramente indiavolate che faranno andare in visibilio anche i veterani dell'enduro. Il comprensorio è particolarmente florido da questo punto di vista e bisogna mettere in conto di tornare per apprezzarle tutti.
Partenza da Loc. Giannella dove si inizia a salire alla volta del Convento dei Padri Passionisti. 



Edificio imponente costruito nel XVIII sec. e con facciata rimaneggiata nel secolo successivo con evidente stile neoclassico. Lo si raggiunge dopo 6 km; si continua sempre su asfalto per altri 4 km fino a giungere in prossimità di una stazione dell'aeronautica militare, dove si accede ad un strada forestale subito dopo aver lasciato Mte Telegrafo alle spalle. 





Dopo mezzo km di larga carrareccia si svolta bruscamente a destra su uno stretto sentiero: è il Crepaccio. Un trail temibile per il fondo sassoso e smosso che costringe ad una guida massimamente fluida. Sono anche presenti un paio di passaggi ultratecnici per soli esperti. Decisamente suggestiva la parte in cresta con passaggi mozzafiato e leggermente esposti.  





Dal km 15 si risale tenendo prima l'asfalto e poi risalendo un sentiero impervio ma tutto sommato pedalabile. La seconda metà della salita è su sterrato ed asfalto ricoperto da una mitigante galleria di chiome.
Si ritorna nella zona di Poggio Tondo (km 21) incrociata nella prima sezione, ora però, senza toccare l'asfalto si prosegue su un sentiero parallelo alla strada per una manciata di metri per poi scendere vertiginosamente a destra su un tratto roccioso decisamente brutale: è il Crocicchio trail. Il fondo muta poco dopo nel più conciliante flow del Viper Trail e dei Parassiti: due discese separate solo da un breve ricongiungimento su strada sterrata in falsopiano. Sono discese molto veloci con tratti di toboga vorticosi davvero inebrianti e qualche passaggio su rock garden che non si può definire banale. Inoltre i trail builders non hanno mancato di arricchirlo con qualche salto artificiale per i più scatenati.






Finale su sterrato veloce e ritorno al punto di partenza su comoda ciclabile.


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